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DELLA CITTÀ

DI PARMA

SCRITTA

DAL P. IRENEO AFFO

MINOR OSSERVANTE

REGIO BIBLIOTECARIO

PROFESSORE ONORARIO DI STORIA

NELLA R. UNIVERSITÀ E SOCIO DELLA R. ACCADEMIA
DELLE BELLE ARTI.

TOMO TERZO:

PARMA

DALLA STAMPERIA CARMIGNANI

M. DCC. XCIII.

Dott. Giulio Coggiols

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Lillerma

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Quel

uel tratto di Storia, che nel presente Volume comprenderò, il giro abbraccierà solamente di ottant' anni, esposto dall' Angeli in meno di foglj diciotto, per aver egli ignorato i monumenti più importanti che ancora sussistono, atti ad illustrare quell' epoca. Ιο non potrei senza colpa esser si breve colla vetusta Cronica Parmigiana sott' occhio, pubblicata già dal Muratori su di una copia tratta dall' originale esistente nell' Archivio del Monistero di San Gioanni Vangelista, col pieno estratto alle mani della Cronica de suoi tempi di Fra Salimbene di Adamo da Parma procacciatomi in Roma di mano propria, ed ajutato dai vecchj Statuti promulgati dalla Pace di Costanza sino ai giorni di Giberto da Gente, e continuati a tutto il 1266, che manoscritti si custodiscono nel segreto Archivio di Comunità, e da buon numero di Pergamene, la cui più interessante porzione sono per render pubblica nell' Appendice. Questa suppellettile abbondante, ben degna di esser esposta, concatenata e dilucidata, mi obbliga tanto più di buon animo a svolgerla, quanto che avendo avuto sovente ne' due già terminati volumi a dolermi della scarsezza di patrie memorie, ora che me ne veggio dovizioso abbastanza, sentomi astretto a confessare, poter piuttosto il To

ven

mo presente riuscir difettoso per arte che in me ga meno, di quello che per mancanza di monumenti. Vero è, che desiderabil sarebbe negli antichi Cronisti maggior precisione ove parlano delle azioni di un Popolo, che fatto libero seguì suo impeto ora cozzando co' limitrofi a difesa de' suoi diritti, ora pighando parte per gli alleati, ora ponendo freno entro le proprie mura ai rivoltosi, ora lasciandosi rapir dai partiti, ed ora abbandonandoli anche a costo di sostener le minacce e le stragi di eserciti formidabili. Converrebbe del pari, che tra gli Atti di leghe, di tregue, di paci, tra le pubbliche Ordinazioni, e tra tutt'altro, che a Diplomatica appartiene, perite non fossero quasi infinite carte, o non ne celasse forse pur anche qualche invido ripostiglio talune, che appariranno un giorno a far lieto chi della terza fatica vorrà l'onore. Nulladimeno è vero ancora, che quanto ci è riuscito di rinvenire così basta a legare una continuata narracontinuata_narrazione di fatti e di circostanze, che nè arrestar ci debba qualche oscurità dal continuar l'Opera intrapresa, nè trattener la speranza di ritrovar col benefizio del tempo quanto ci manca. Senza invidiar ai posteri le nuove presagite scoperte, contenti noi delle nostre le farem dunque palesi, compiacendone il Pubblico che le brama, e coll'usato compatimento ci anima a proseguire la difficile impresa.

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A

che mai valsero guerre sì lunghe sostenute dai Parmigiani contra il Comune di Piacenza, onde serbar inviolato il dominio di Borgo San Donnino e di Bargone, se il Re novello, avute le due Terre in deposito, così prese a riguardarle per sue, che a niuna dell' emule Città parve disposto a concederne la signoría? Temendo Parma del Regnante la forza, soffocava nel petto lo sdegno suo; mentre Piacenza, sempre astuta nel procurarsi vantaggio, persuasa mostrandosi del regio assoluto diritto sopra que' luoghi, seppe giovarsi della circostanza, in cui lo vide abbisognar di denaro, e cercò trarglieli dalle mani a titolo di pegno per due mila lire imperiali. Correva il giorno 21 di Gennajo del 1191, allorchè Ar-1191 rigo cedette alle inchieste de' Piacentini, prometten

Tom. III.

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